sabato 19 maggio 2012

La guerra di Piero, ad Alcamo



Ad Alcamo lunedì, finalmente, si conclude questa lunga tornata elettorale.
Lunga, faticosa, avvincente e, a tratti, ricca di meschinità.
Pensando a questa campagna elettorale mi viene in mente una meravigliosa canzone di De Andrè: "La guerra di Piero" di cui, di seguito, riporto alcuni tratti.


e mentre marciavi con l'anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore


sparagli Piero, sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sangue


e se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore


e mentre gli usi questa premura
quello si volta, ti vede e ha paura
ed imbracciata l'artiglieria
non ti ricambia la cortesia


cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chiedere perdono per ogni peccato


e mentre il grano ti stava a sentire
dentro alle mani stringevi un fucile
dentro alla bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole.


Ovviamente questa citazione non ha nessuna pretesa se non quella di parafrasare l'attuale situazione comunale in cui c'è un "piero" (che può tranquillamente essere, indifferentemente, uno dei due candidati) e un "nemico" che combattono entrambi la stessa guerra, con le stesse paure, con le stesse tensioni di uomini che devono raggiungere un obiettivo: quello di eliminare (non fisicamente, ovvio!) l'avversario di diverso colore!
E allora caccia all'ultimo voto perchè il ballottaggio è un adrenalinico testa a testa e, dopo, non sono concesse altre rivincite!
Questi due giorni di silenzio ci avviano verso la fase finale, quella dello spoglio e della verità.
Io sono abituata a schierarmi e l'ho fatto anche stavolta. Qualunque sia il risultato, si tornerà comunque alla vita di tutti i giorni e spero che, dopo tutti i proclami dell'ultimo periodo, ogni singolo cittadino cominci a cambiare se stesso, rispettando le regole di civile convivenza e partecipando davvero alla vita civica di questa città.
In fondo la Città appartiene a tutti ed è triste vedere che la maggior parte (di entrambi gli schieramenti) si ergono a paladini giusti e ossequiosi solo perchè coinvolti in questo vortice momentaneo.

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